La sfida degli sprechi alimentari domestici

Di Carmelo Cannarella e Valeria Piccioni

Secondo alcune ricerche, a livello mondiale almeno un terzo del cibo prodotto per il consumo umano viene perso o sprecato: ovvero, almeno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno. La questione presenta parecchie sfaccettature e implicazioni di vario genere. La prima cosa che viene in mente è l’assurdità di una situazione del genere a livello sociale, solo pensando al numero elevatissimo di persone che non hanno la possibilità di nutrirsi in modo decente o di nutrirsi del tutto. Insomma, mentre milioni di persone muoiono di fame, ce ne sono altre che il cibo lo gettano via e che hanno gravi problemi di obesità e di malattie connesse all’eccesso di alimentazione o a cibi saturi di nutrienti. Questo dato suscita quindi preoccupazioni di carattere sociale legate, fondamentalmente, ad un’idea di ingiustizia. Ci sono poi notevoli preoccupazioni ambientali ed economiche. Produrre cibo implica l’uso di un notevole stock di risorse di vario genere: risorse naturali e ambientali, energia, input di vario genere ecc… con le relative emissioni.

(“Leadership & Management”: febbraio 2019)

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